Tutte le creature che lasciano la terra desiderano che ci si ricordi di loro, ma ovviamente che ci si ricordi soprattutto delle loro buone qualità. Per un morto non c’è sofferenza peggiore che sentire qualcuno menzionare i suoi difetti e le sue cattive azioni. Questo è per lui un supplizio, è esattamente come se ricevesse dei colpi, poiché nel mondo astrale gli esseri non hanno più la protezione del corpo fisico, e i pensieri, i sentimenti e le parole dei vivi giungono loro amplificati. Anche le parole buone vengono dunque amplificate e danno molta gioia alle persone che sono andate dall’altra parte; quelle parole sono come una pioggia di benedizioni. In tutte le civiltà esiste l’usanza di fare l'elogio dei morti: si cerca di lasciare da parte i loro difetti e gli errori che hanno commesso, per parlare solo delle loro qualità, delle loro buone azioni, addirittura esagerandole. Si tratta qui delle vestigia di una tradizione fondata sulle conoscenze iniziatiche.
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mercoledì 11 maggio 2016
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